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L’artrosi delle grandi articolazioni

L’anca ed il ginocchio sono le 2 grandi articolazioni che più frequentemente vengono colpite dalla malattia degenerativa e per le quali è possibile risolvere questa grave ed invalidante patologia con la sostituzione dell’intera articolazione
Immagine che rappresenta un anziano con l'artrite

Terapia chirurgica

L’anca ed il ginocchio sono le 2 grandi articolazioni che più frequentemente vengono colpite dalla malattia degenerativa e per le quali è possibile risolvere questa grave ed invalidante patologia con la sostituzione dell’intera articolazione. Le protesi articolari sono forgiate in leghe particolari, prevalentemente titanio, ad alta biocompatibilità e resistenza, accoppiate a testine in ceramica edinserti in polietilene che fungono dacuscinetti tra 2 componenti metalliche.

Anca

Nell’anca viene inserito nel canale midollare del femore uno stelo in lega metallica particolare(prevalentemente titanio),mentre un cotile emisferico viene applicato nella parte dell’articolazione che interessa il bacino; un inserto in materiale plastico (polietilene) funge da ammortizzatore tra il cotile e la testina dello stelo protesico.La testina della neoarticolazione può essere in metallo o in ceramica. La tendenza attuale è di applicare lo stelo protesico al femore ed il cotile al bacino senza l’uso del cemento, ma direttamente a pressione con tecnica detta a press-fit. Leprotesi non cementate sembrano garantire una maggiore durata in quanto la particolare porosità e la lavorazione di superficie degli steli permettono al tessuto osseo di crescere e di ancorarsi direttamente alla protesi. Nel disegno sottostante sievidenzia lo stelo protesico nel femore, il cotile nel bacino e l’inserto posto tra cotile e testina protesica.

Radiografiadi un’anca artrosica in un paziente di 75 anni: sono evidenti i segni radiografici dell’artrosi con scomparsa dello spazio articolare, irregolarità delle superfici articolari e presenza di osteofiti. A destra la radiografia della protesi applicata al paziente.La durata di una protesi non è preventivamente quantificabile: infattile moderne protesi applicate senza usare il cementoe costruite in leghe altamente biocompatibili hanno una durata di oltre 15-20 anni. In ogni caso ne è sconsigliato l’utilizzo in pazienti giovani (inferiori ai 50 anni), a meno che non sussistano delle condizioni cliniche particolari.L’intervento è ormai codificato e semplice; come tutta la chirurgia però può comportare delle complicazioni che hanno una percentuale di accadimento estremamente bassa. Tra queste ricordiamo le trombosi venose che sono state pressochè azzerate con la profilassi con calciparina, l’infezione della protesi (inferiore allo 0,5%) che viene controllata con antibiotici durante l’intervento, le dismetrie (differenze di lunghezza degli arti) che sono evitate con una corretta tecnica chirurgica, così come pure le fratture intraoperatorie del femore o le lussazioni della protesi.L’intervento non è particolarmente doloroso e vengono comunque somministrati farmaci antidolorifici nel decorso postoperatorio:l’anestesia è generalmente spinale.il giorno successivo all’intervento il paziente inizia a deambulare con l’aiuto di un fisioterapista, con carico progressivo sull’arto operato. Il ricovero in ospedale è di circa una settimana e poi il paziente continua con la fisioterapia a domicilio o ambulatoriale per recuperare completamente il movimento articolare ed il tono muscolare. Dopo circa un mese il paziente deambula normalmente e dopo circa 2 mesi può riprendere anche una cauta e progressiva attività sportiva.

Ginocchio

Per la protesi del ginocchio la tecnicaè simile: la protesiin lega metallica altamente biocompatibile (solitamente titanio) riveste la parte distale del femore e la parte superiore del piatto tibiale e fra le 2 componenti è posizionato un inserto in polietilene (vedi foto seguenti). Le componenti femorale o tibiale possono essere utilizzate con o senza cemento.

Un esempio di protesi totale di ginocchio: si tratta di un uomo di 68 anni con un ginocchio gravemente artrosico. L’articolazione è completamente distrutta sul lato mediale ed è presente una grave deformità in varismo (deviazione dell’arto verso l’interno) della gamba. La protesi impiantata ripristina il corretto asse dell’artoepermette una valida funzione e stabilità dell’articolazione. La rieducazione viene iniziata immediatamente dopo l’intervento, il dolore scompare subito, mentre la deambulazione ritorna normale in un paio di mesi.L’intervento viene generalmente effettuato in anestesia spinale e comporta un ricovero di circa 8 giorni. La mobilizzazione viene iniziata il giorno stesso dell’intervento con mobilizzatore passivo al letto (Kinetec) e la deambulazione con l’aiuto di un fisioterapista inizia il giorno dopo l’intervento. Le possibili complicazioni sono simili a quelle dell’artroprotesi d’anca e sono prevenute e controllate nella stessa maniera. Anche la riabilitazione dopo la dimissione ospedaliera è uguale a quella delle artroprotesi d’anca.

Esiste una variante meno invasiva della protesi totale di ginocchio: si chiama protesi monocompartimentaleche viene utilizzatain caso di artrosi menograve e limitata ad una sola metà dell’articolazione. E’ un intervento più rapido, menoinvasivo con una ripresa funzionale pressochè immediata; il ricovero ospedaliero si limita a pochi giorni. Vediamo un esempio: si tratta di una donna di 61 anni con un’artrosi limitata al solo compartimento articolare mediale. A destra la protesi monocompartimentale correttamente impiantata.

In conclusione l’intervento di sostituzione protesica dell’articolazione dell’anca o del ginocchioè un intervento estremamente diffuso eilnumerodiinterventièincontinuacrescita:dal 2001 al 2019 il numero totale di impianti di protesi ortopediche in Italia è più che raddoppiato, con i 220.447 interventi del 2019 che rappresentano un intervento ogni 2.4 minuti. Questi i dati del Registro Italiano ArtroProtesi (RIAP) -il sistema istituito presso l’ISS che raccoglie e analizza i dati degli interventi e dei dispositivi impiantati. Pertanto ormai questa chirurgia può essere affrontata senza timore e con la consapevolezza dei grandi benefici che ne derivano: la scomparsa del dolore e la ripresa di una normale vita di relazione edanche dell’attività fisica e sportiva.